AiCS, ENDAS, ACSI, ASI e Libertas hanno deciso di rivolgersi al TAR per risolvere definitivamente la disparità di trattamento riservata agli atleti degli EPS, che come ben noto sulla base dell’ultimo DPCM non possono sostenere gli allenamenti se in zona rossa e non possono partecipare a Competizioni di Interesse Nazionale anche se calendarizzati per tempo.
Nel documento di ricorso viene richiesto l’annullamento dell’art. 41, comma 1, del DPCM del 2 marzo 2021, nella fattispecie “Sono altresì sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva” nonché della stessa disposizione per come interpretata e applicata nella FAQ n.5 del sito web istituzionale del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e del provvedimento di cui alla nota del Segretario Generale del C.O.N.I. – Comitato Olimpico Nazionale Italiano in data 19/3/2021, Prot.n.0033080 del 19/3/2021 – SG;
Il ricorso è basato sui seguenti motivi:
- Eccesso di potere per disparità di trattamento tra Federazioni Sportive Nazionali e Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva – Violazione art. 3 Costituzione;
- Errata applicazione degli artt. 18 e 41 DPCM del 2 marzo 2021;
- Errata applicazione degli artt. 18 e 41 DPCM del 2 marzo 2021 anche sotto il profilo sintomatico dell’eccesso di potere per disparità di trattamento tra Federazioni Sportive Nazionali e Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva – Violazione art. 3 Costituzione;
- Violazione degli artt. 1 e 2 della Carta Europea dello Sport per Tutti adottata dal Consiglio d’Europa nel 1974; Violazione della Carta Europea dello sport – Rodi 1992; Violazione e falsa applicazione del trattato sull’Unione Europea firmato a Maastricht il 7.2.1992;
- Sul periculum in mora;
Il ricorso presentato dagli Enti di Promozione Sportiva rappresenta oltre 4 milioni di tesserati in ambito sportivo, ludico ricreativo e culturale in tutto il territorio nazionale.
